La filosofia di Hegel.

HEGEL

 • Amico di Schelling, più vecchio.Va in molte università tedesche a insegnare. Subisce l’influenza del pensiero di Schelling ma vedono la natura in modo diverso facendo critica.

• I 3 principi di Hegel sono :

• La razionalità del reale: tutto ciò che è reale è anche razionale (se qualcosa esiste può

essere interpretata dalla ragione), e tutto ciò che è razionale è reale (se la mente pensa una cosa vuol dire che è concepibile cioè reale)quindi la ragione è il fondamento di tutta la realtà che è leggibile in termini razionali.

• Dialettica del mondo: la realtà delle cose non è statica, non è una per sempre ma è come un dialogo, è un continuo evolversi. Un esempio: un’uomo condannato a morte che va al patibolo, tutti vedono un assassino che va al patibolo, ma le donne li presenti lo guardano e pensano che è un gran peccato che un uomo cosi bello vada a morire, altri possono guardarlo dicendo che è un padre di famiglia.. quindi dice Hegel che noi abbiamo due tendenze per interpretare la realtà: una è pratica, parziale e intellettuale e l’altra è la verità (accompagnare la cosa in quella che è,comprenderla da più punti di vista): quella pratica e parziale è ipostatizzata, cioè che vengano fissate le cose (esempio bottiglietta d’acqua).Non sto a guardare da dove deriva l’acqua e cosa sarà, ma bevo senno non riuscirei a procedere nella vita analizzando tutte le cose che tocchiamo. Il mio intelletto blocca la realtà secondo determinate categorie di quello che serve in quel momento. La ragione è quella facoltà che mi permette di accompagnare l’esistenza della cosa.

• Il ruolo descrittivo della filosofia: la filosofia ha il compito di descrivere il mondo, ma non vuol dire che lo definisce ma lo accompagna. Una un’immagine di Hegel è che la filosofia non dice cosa è giusto o sbagliato nel mondo ma ha i compito di non giudicarlo ma di comprenderlo.

• Come deve procedere la filosofia? Hegel comincia qui la sua filosofia. Deve essere una filosofia che sta al passo con il mondo che si muove, dinamica. Hegel imposta la filosofia con una tripartizione (divisa in 3 parti) ma è come se fossero un ciclo, si possono susseguirsi all’infinito queste 3 parti.

• Prima parte -> filosofia della logica: si occupa dell’idea in se. La scienza che si occupa dell’idea in se è la logica, si occupa dei principi razionali della coscienza prima della loro applicazione. Si occupa dell’idea allo stato puro. È la coscienza che studia la coscienza, studia il modo di procedere della coscienza (il nostro ragionamento). Come agisce/ procede la coscienza? .. Non agisce in maniera statica. Per studiare come agisce la coscienza ho bisogno di 3 punti perchè è dinamica, in base a 3 tappe: la tesi,l’antitesi e la sintesi. Cioè la coscienza agisce in modo dialettico infatti si chiama FILOSOFIA DIALETTICA. ex: Il Mantegazza è per la tesi un professore ,ma per l’antitesi non lo è perchè è anche un marito, e per la sintesi quindi è un professore e un marito e questa potrebbe essere anche una nuova tesi ( potrebbe andare avanti all’infinito cosi). Filosofia che cerca i livelli di coscienza nella coscienza.

• Seconda parte -> filosofia della natura: si occupa dell’idea che esce da se. È lo studio di come la coscienza si struttura nel mondo: ricercare nel mondo i gradi dell’intelligenza/ coscienza. Primo livello Hegel lo trova nella meccanica: lo studio della struttura dei corpi morti e vivi, com’è fatto però solo oggetti naturali (ex. fiocco di neve perfetto e geometrico). Il secondo livello è la fisica: lo studio dell’interazione (movimento) tra i corpi (ex. legge di gravitazione). Terzo livello è l’organica: è la scienza che studia il corpo vivo,a la sua struttura. Il livello più alto dell’organica è l’uomo quindi non si può più utilizzare la filosofia della natura ma quella dello spirito. Filosofia che cerca i livelli di coscienza nella natura.

 

 • Terza parte -> filosofia dello spirito: si occupa dell’idea che ritorna in se. L’uomo può aumentare i suoi livelli di coscienza ma anche fermarsi dove sta. Filosofia che cerca i livelli di coscienza nell’essere umano. Fenomenologia dello spirito: osservare la manifestazione (apparire, si mostra) della coscienza dell’essere umano. La coscienza che si manifesta nel singolo individuo Hegel la chiama spirito individuale. La coscienza che si manifesta in tutta l’umanità Hegel la chiama spirito oggettivo. La coscienza assoluta da cui è partito tutto, non individuale, non collettiva Hegel la chiama spirito assoluto.

FENOMENOLOGIA DELLO SPIRITO

• Spirito individuale: Nel singolo individuo la coscienza si manifesta prima come semplice

coscienza (a che livello di consapevolezza conosco il mondo) e poi come auto coscienza (coscienza di me stessa come essere cosciente). Il livello più basso della consapevolezza del mondo (della coscienza) è la certezza sensibile, il semplice darsi delle sensazioni (vedo un libro ma non è un libro perchè sarebbe già una buona conoscenza, basta solo sapere che c’è qualcosa davanti a me di colorato). Il livello più alto invece della consapevolezza (della coscienza) è l’intelletto cioè quello che sto percependo è qualcosa che percepisco filtrato dal mio modo di interpretarlo, dal soggettivo (categorie di Kant). Con l’intelligenza viene chiamato in causa quindi l’oggetto e il soggetto che percepisce perchè ha il ruolo di capire che cosa ha di fronte. Il soggetto mette l’oggetto nel tempo e nello spazio essendo lui stesso cosciente--> autocoscienza. Il livello della percezione è unificare le caratteristiche in un concetto prese dal livello della certezza sensibile. L’autocoscienza è la fase del “neonato” perchè lui è cosciente ma della coscienza degli altri non gli interessa nulla, perchè si sente padrone del mondo ottenendo tutto. Il primo livello è il servo-padrone perchè si concentra tutto sulla sua coscienza e non mi scontro sulla coscienza degli altri ( come tratta un padrone il suo servo) se però mi comporto sempre da servo e padrone non saprò mai che ci sono altre coscienze come me. Quando il servo però dirà di no, il padrone si rende conto che oltre a se esistono anche altre autocoscienze con cui si deve relazionare e con questo scivola nella fase dello scetticismo. Questa fase è la fase dell’ “adolescenza” cioè che in tutte le autocoscienze nessuno ha una verità, quindi l’autocoscienza non crede all’esistenza alla verità. Però l’autocoscienza non può rimanere dello scetticismo perchè una verità ci deve essere ma non si riesce a raggiungere cadendo quindi nella fase della coscienza infelice, inizia a credere che una ragione superiore debba esserci ma senza riuscire a raggiungerla, deve essere necessaria per tutti. A questo punto la ragione individuale vuole uscire da se ed abbracciare una ragione oggettiva cioè un ragione indipendente dall’individuo.

• Spirito oggettivo: si divide in ragione e spirito. Nella ragione la coscienza vuole muoversi su un piano oggettivo, universalmente valido. Il suo campo di applicazione è la scienza perché essa è oggettiva, non dipende dall’individuo. La coscienza pensa che ci sia una legge scientifica indipendente dall’individuo. La coscienza passa dalla ragione allo spirito avviene quando applica la ragione oggettiva non più solo a qualcosa di esterno ma allo stesso essere umano e ai suoi comportamenti, cioè la coscienza cerca di trovare l’oggettività non solo nella scienza ma anche al suo interno, cerca di trovare un qualcosa di oggettivo che regola il comportamento. Per cui ciò che è giusto si identifica con ciò che è ragionevole. La prima fase dello spirito è l’etica cioè che ti impegni ad avere un comportamento che credi sia giusto oggettivamente. (ex. doccia chiudere l’acqua). Qui in questa fase non agisci da singola coscienza ma come coscienza oggettiva --> “ma se lo facessero tutti”. (ex. mafioso) il suo comportamento etico per lui è rispondere a una provocazione con la stessa moneta, lui crede che sia giusto. Lo stato fonda infatti le leggi non sull’etica ma sul diritto. La fase dopo dello spirito è il diritto cioè l’obbligo ad assumere comportamenti che una società crede essere giusti, a prescindere dalle convinzioni individuali. 

Il diritto non è nient’altro che il tentativo da parte di una società di definire in maniera oggettiva ciò che è giusto (riguarda la società nel suo tentativo di rendersi oggettiva), l’etica invece, fa la stessa cosa ma con il singolo (ovvero di stabilire ciò che è giusto per il singolo individuo e non per la società).

In se, il diritto non prevede la visione etica del singolo individuo (la supera e allo stesso tempo la nega).

Un comportamento morale è un comportamento in cui l’individuo aderisce al diritto, è accordare la propria volontà alla legge; facendo questo ho un comportamento morale.

Quando non si adegua il proprio comportamento etico a quello legale, si ha un comportamento immorale.

A questo punto stiamo lentamente nello spirito assoluto.

Lo spirito assoluto è il tentativo dell’uomo di comprendersi come coscienza assoluta, ovvero di comprendersi come manifestazione di una cosa più grande, ovvero la coscienza.

Lo spirito assoluto si manifesta in due modi, la religione e la filosofia.

La religione è il tentativo dell’uomo di arrivare a Dio. Quando nella religione si usano espressioni come “siamo tutti figli di Dio” significa che proveniamo tutti da un’unica cosa che è assoluta, in questo caso Dio (che è la coscienza), ovvero che siamo tutti manifestazioni del divino (che è assoluto/coscienza assoluta)

Dire che Dio è trinità, significa dire che Dio si propaga attraverso un movimento triadico (trinità) dialettico (che cambia), la stessa cosa fa la coscienza (tesi, antitesi e sintesi).

Dice Hegel, che la religione è una filosofia per immagini, è un po' come quando si cerca di raccontare una favola ad un bambino, la verità c’è, ma è accompagnata da delle immagini, ed essendo per immagini le manca qualcosa, le manca un passaggio.

Il passaggio successivo dunque, è quello dalla religione alla filosofia.

Che cos’è la filosofia? È il tentativo di capire cosa siamo intimamente, ovvero, cosa siamo oltre la nostra manifestazione fisica. La filosofia è porsi nell’assoluto, ovvero arrivare a superare con il pensiero il singolo individuo, per avvicinarsi alla coscienza assoluta.

A contrario di quanto affermato da Kant, Hegel dice che possiamo conoscere le cose in se, perché la nostra conoscenza non è altro che una manifestazione della Coscienza, essendo noi coscienza assoluta, possiamo superare la nostra semplice manifestazione ed approcciarci alla coscienza assoluta e visto che ogni cosa presente nel mondo è una manifestazione della stessa coscienza assoluta, noi possiamo capire come questa cosa è in se.

Questa coscienza che nella Natura è cieca, nell’essere umano è consapevole, ma anche tra gli uomini c’è una percezione diversa (livello di manifestazione).

Il livello più alto di coscienza, è la coscienza che attraverso di noi comprende se stessa, noi comprendiamo di essere coscienza assoluta, questo per Hegel è il livello più alto della coscienza.

Nella filosofia l’uomo è arrivato a porsi dal punto di vista dell’assoluto, ovvero a guardare tutto, compreso se stesso, dal punto di vista dell’assoluto visto che egli è coscienza.

 

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