La sua vita si intreccia con la sua filosofia (filosofia strettamente pratica) Legame molto forte tra la sua vita e la filosofia Non è solo un filosofo ma è considerato un sociologo, e attivista politico Esiliato per la sua filosofia, lascerà la germania Marx vive nel periodo di metà 800 quando l’europa e pervasa dai moti rivoluzionari e lui è attivamente coinvolto.
Marx fatica a vivere in Germania perché era di origine ebraica ed era una persona che non concludeva niente, soprattutto a scuola e il padre lo manda a Berlino e si laura il 15 aprile 1841 Marx fu uno dei pochi filosofi che non insegno, e quindi diventa giornalista (caporedattore della gazzetta tedesca) la gazzetta Renana Marx viene costretto a fuggire in francia e poi in belgio fino al 1848 (anno moti rivoluzionari) e scrisse con Engels il manifesto del partito comunista. Difatti la rivoluzione russa, seguirà gli scritti di Marx, poi Marx morirà a Londra nel 1883 Opera più importante di Marx era il trattato dell’economia Critica di Marx ad Hegel È quella di essere ideologica, cioè che la filosofia di Hegel è una filosofia ideologica, vuol dire fondare un sistema di pensiero su un idea pregiudizievole e preconcettica (dice che Hegel fa camminare il sistema filosofico sulla testa e non sulle gambe) cioè partire dall’osservazione delle cose, e lasciarsi condurre dalla verità attraverso l’osservazione, cioè dalle cose imperiche, e non leggere il mondo su una base per come ti eri già stabilito. Prendo le informazioni dalla realtà e non la giudico. Nell’ideologia non parto di fatto per capire una cosa ma parto dall’idea applicandolo alla cosa (sorta di pregiudizio). Piace accompagnare le cose cosi come stanno. Il sistema di Hegel al merito di scoprire la dialettica ma ha il difetto di aver fatto camminare la dialettica sulla testa invece che sulle gambe. Lui è partito dall’idea per arrivare alla realtà, invece per Marx si deve partire dalla osservazione della realtà fisica per farsene un idea. La storia va letta in chiave di un materialismo dialettico (capire la dialettica/evoluzione) e quella evoluzione non deve essere giustificata a priori ma compresa nel suo processo. Altrimenti non si farà altro che spiegare cio che accade senza intervenire per cambiarlo. Quindi comprendere la storia e modificarla. Marx dice che per comprendere una società dobbiamo comprenderne la struttura prima prima della sua soprastruttura Struttura sociale(condizione economiche, sociali e materiali di quella società)
Quindi secondo Marx tutti questi fattori dipendono dalla struttura Le leggi sono molto legate al tipo di struttura sociale che gli si propone (es: città con solo operai, le leggi saranno concentrate su scioperi ecc) Anche la religione dipende dal luogo, come il cristianesimo che era una religione per i poveri, e ha preso piede in europa centrale perché c’erano la grand maggioranza dei poveri. Per capire il vero pensiero di un popolo dobbiamo capire la struttura economica materiale e sociale di essa, cioè la strutta. Nella società di Marx la struttura principale sono le industrie, quindi la società gira su questo schema produttivo. Il lavoro principale erano le industrie, cioè catene di montaggio, ma per lui questo sistema è alienante (estraniante, cioè che non sei te stesso e ti estranea). Per lui il prodotto è anche esso alienante, cioè che non c’è personalità. Ed non è richiesta la propria competenza. Quindi l’operaio non sta vendendo le sue competenze ma le sue braccia, e se comunque non le eserciti le perdi. E se le perdi ti aliena alla società, cioè non c’è differenza tra uomo e uomo. Marx dice che l’uomo come caratteristica principale, è mettere se stesso nel lavoro che fa. Marx chiama tutto questo “oggettivarsi”. Il pensiero è la caratteristica principale dell’uomo e allora realizza. E questa capacità di realizzare se stesso si perde nella società di massa, perchè si perde la capacità di pensare. Quindi la società per lui è una società disumanizzata. E cosa produce questa disumanizzazione? Distrugge completamente l’uomo, perché gli toglie la capacità di pensare. (quindi imbestialito) Per lui è proprio una malattia sociale ma lui ha trovato un rimedio. Cioè la religione (perche sapevano che se sopportavano queste sofferenze, in paradiso ci sarebbe stata la liberazione), quindi questa è considerata una calma, che calma il suo dolore. Pero Marx dice che la religione (l’anestetico che gli fa stare buoni) non serve a niente, perché dice che i problemi si devono risolvere. Contrariamente a Feurebarch (togliere completamente la religione) Marx dice che non vuole togliere la religione, che appartiene alla soprastruttura del popolo, bisogna agire sulla struttura, cioè alle condizioni materiali che producono quella idea, cioè modificare il sistema economico. Dopo aver fatto star bene il popolo, il popolo stesso fare a meno dell’anestetico. Da qui Marx, da filosofo, diventa economista Dice se la nostra economia, si forma sull’industria si forma su un principio di base, cioè produrre della merce e scambiarla con del denaro. Ma lui si domanda chi produce la merce, cioè le industrie e il proprietario è il capitalista, e si domanda come funziona il sistema capitalismo. Capitale= chi ha denaro E la produce chi ha il denaro E la società capitalismo si forma sul denaro e su schemi in modo da guadagnare. Ma Marx dice che non puo fermarsi cosi lo scema, perché sa che ogni denaro di ogni capitalista non puo fermarsi (la sua attività), cioè un economia che deve sempre aumentare. Tutto questo sistema si fonda sulla merce e, soprattutto, sul denaro legato alla merce. Nel Capitale Marx cerca di capire come il capitale si lega alla merce, secondo lui la merce ha due valori: -valore d’uso (valore della merce in un determinato contesto); -valore di scambio (il prezzo). Il valore di scambio non è direttamente legato al valore d’uso. Se il valore di scambio della merce non è determinato dal valore d’uso, da cosa dipende? Per Marx il valore di un’oggetto dipende dalla quantità di ore impiegate per lavorarle. Anche il materiale rientra in questa formula. Nel sistema capitalistico l’operaio vende quello che ha al capitalista, ovvero il suo lavoro. Secondo Marx, quando il capitalismo arriverà al suo zenit (il punto massimo), imploderà, crollerà. A questo punto secondo Marx, avverrà la rivoluzione, ovvero si raggiungerà uno stato di equilibrio naturale dove i lavoratori torneranno ad essere proprietari del proprio lavoro.